Dodici anni di battaglia legale: la Cassazione dà ragione a Valerio Scanu contro Fabri Fibra
- ViKingSo Music
- 6 mag
- Tempo di lettura: 3 min
La cronaca musicale è spesso сцена di accese rivalità artistiche, ma raramente queste sfociano in aule di tribunale con esiti così significativi. È il caso della lunga e complessa vicenda che ha visto contrapposti Valerio Scanu e Fabri Fibra, un braccio di ferro legale durato ben dodici anni e che si è recentemente concluso con una sentenza definitiva della Corte di Cassazione.

Il verdetto finale ha stabilito che Fabri Fibra dovrà risarcire Valerio Scanu con la considerevole somma di 70.000 euro. La ragione di questa condanna affonda le radici nel contenuto ritenuto diffamatorio del brano "A Me Di Te", pubblicato nel lontano 2013 all'interno dell'album "Guerra e Pace" del rapper.
La Suprema Corte ha dunque confermato la precedente decisione della Corte d'Appello di Milano, mettendo un punto fermo su una controversia che ha tenuto banco per oltre un decennio. Secondo i giudici, il testo della canzone conteneva "insulti gravi e personali" diretti inequivocabilmente al cantante sardo, tali da generare un "discredito eccezionalmente grave" alla sua immagine. Questa motivazione è stata riportata dettagliatamente da La Nuova Sardegna, evidenziando la serietà delle offese riscontrate nel brano.
A pesare significativamente sulla decisione della Corte è stata anche "l'intensità del dolo" con cui le espressioni offensive sarebbero state formulate. Inoltre, è stata considerata la notevole risonanza mediatica che la canzone ha ottenuto nel corso degli anni, raggiungendo addirittura il prestigioso traguardo del disco di platino e venendo ampiamente condivisa sulle piattaforme social, amplificando ulteriormente la portata delle presunte diffamazioni.
Ma non è tutto. Un ulteriore elemento che i giudici hanno ritenuto aggravante è stato il comportamento del rapper successivo alla prima condanna in sede penale, risalente al 2015.
In quell'occasione, durante un concerto tenutosi al Fabrique di Milano, Fabri Fibra avrebbe nuovamente proposto il brano incriminato, arrivando persino a proiettare parti della sentenza sul maxischermo alle spalle del palco. Un gesto interpretato come una palese mancanza di rispetto nei confronti della decisione giudiziaria e della persona offesa.
Già nel 2015, infatti, il tribunale in sede penale aveva condannato Fabri Fibra a versare a Valerio Scanu un risarcimento di 20.000 euro, oltre a una multa di 600 euro.
Parallelamente a questo procedimento, era stata avviata anche una causa civile, giunta oggi al suo epilogo con il significativo risarcimento di 70 mila euro a favore di Scanu.
Interpellato sulla vicenda nel 2016, un anno dopo la prima condanna, Fabri Fibra aveva rilasciato dichiarazioni che non avevano certo contribuito a stemperare gli animi:
"Non conosco Valerio Scanu e non mi interessa conoscerlo, sarà senz’altro una brava persona, ma artisticamente non mi coinvolge […] A me di lui né della sua sessualità non importa nulla, ma mi viene spontaneo criticare, con il rap, tutte queste incongruenze che compongono questo tipo di carriera".
Ora, con la sentenza definitiva emessa dalla Corte di Cassazione, questa lunga e travagliata vicenda giudiziaria può dirsi ufficialmente conclusa. Per Valerio Scanu, dopo anni di battaglie legali e di attesa, arriva finalmente una significativa rivincita, sancita dal verdetto inappellabile della giustizia.
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