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Paola Iezzi Contro il Sessismo nel Music Biz: "In Italia gli Uomini Possono Anche Fare i Rutti"

Tra la sua partecipazione come giudice a X Factor e un nuovo slancio solista, il nome di Paola Iezzi è tornato con prepotenza al centro dell'attenzione mediatica.


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Lo scorso week-end, la cantante ha incontrato i fan per Casa Metatron all'Ostello Bello Milano Duomo, in compagnia di Filippo Ferrari. Tra aneddoti e progetti futuri, la cantante ha scelto di parlare senza filtri di un tema che le sta particolarmente a cuore: le differenze di trattamento e i doppi standard tra uomini e donne nel mondo della musica italiana.


Il Duro Sfogo Contro l'Industria Italiana: La Dittatura delle "Otto Ottave"

Paola Iezzi ha lanciato un'accusa diretta al panorama musicale italiano, lamentando quanto alle donne vengano richieste abilità vocali straordinarie per essere considerate delle vere cantanti, mentre per gli uomini lo standard di giudizio è decisamente più basso.


Ha raccontato un aneddoto rivelatore sulla sua esperienza all'estero:

"Ho registrato e lavorato anche in Svezia. Una cosa incredibile che mi è successa lì, è che di colpo, andavo negli studi di registrazione e mi dicevano: 'Che bella voce che hai!', cosa che non avevo mai sentito dire nei miei confronti".

La critica affonda le radici nella cultura italiana:

"Anche perché, in Italia, se non hai otto ottave di estensione e non canti come la Sirenetta non sei un cantante! Sì è vero ed è una roba strana, soprattutto se sei donna. Gli uomini possono anche fare i rutti… lasciatemi sfogare"

ha dichiarato con la sua consueta schiettezza.


La Riscoperta del "Tono Pop" in Svezia: Autenticità al Primo Posto

Il racconto di Paola evidenzia come la Svezia le abbia permesso di sentirsi apprezzata per la sua cifra artistica, senza dover rientrare in parametri vocali impossibili e spesso sessisti.

"Mi dicevano: 'Hai un tono di voce molto pop, a tune of voice very pop'. E io ero tutta felice perché, in realtà, è sempre quello che ho voluto fare, quell’approccio lì in studio, cantando in quel modo pop", ha aggiunto.

Il suo sfogo sottolinea quanto sia importante per un artista restare fedele al proprio stile e alla propria identità vocale, senza subire pressioni inutili che distorcono l'arte.


Le parole di Paola Iezzi sono un monito all'industria italiana affinché smetta di imporre alle donne canoni vocali irrealistici e che applichi lo stesso metro di giudizio usato per i colleghi uomini.


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