Le canzoni di Natale sono un curioso paradosso culturale. Ogni anno, già da novembre, i classici come All I Want for Christmas Is You di Mariah Carey e Last Christmas degli Wham! tornano prepotentemente nelle classifiche, conquistando ascoltatori in tutto il mondo. Eppure, molti sostengono di detestarle, lamentandosi di quanto siano onnipresenti. Ma allora perché continuiamo ad ascoltarle in loop per un mese intero?
La risposta risiede in un mix di nostalgia, abitudini sociali e il potere delle piattaforme di streaming. Questi brani evocano immediatamente l’atmosfera natalizia, diventando una colonna sonora insostituibile per le feste.
Nonostante il loro iniziale successo limitato – All I Want for Christmas Is You, per esempio, non raggiunse neanche la top 10 americana al momento del lancio – oggi queste canzoni dominano le classifiche e accumulano miliardi di stream. Mariah Carey, in particolare, è diventata una vera e propria “regina del Natale”, con il suo brano che ha superato i 2 miliardi di ascolti su Spotify, metà dei quali generati negli ultimi tre anni.
Il fenomeno è amplificato dalla riscoperta della musica “di catalogo”, ovvero brani pubblicati anni fa, ma che continuano a godere di grande popolarità. In Italia i dati FIMI indicano che nel 2023 oltre il 70% degli ascolti in streaming ha riguardato musica di catalogo, confermando un trend che vede i classici natalizi al centro delle playlist più amate.
Ma il successo delle canzoni di Natale non si limita alle piattaforme musicali. Film, serie TV e meme sui social contribuiscono a mantenerle rilevanti. Pellicole come Last Christmas con Emilia Clarke, costruite attorno a brani iconici, o speciali natalizi sulle piattaforme di streaming aiutano a introdurre queste canzoni a nuove generazioni.
Anche fenomeni come il “Whamageddon” – una sfida social in cui si cerca di evitare di ascoltare Last Christmas per tutto il periodo natalizio – dimostrano quanto queste melodie siano radicate nella cultura popolare.
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(fonte notiziemusica.it)
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