Claudio Baglioni, ospitato eccezionalmente a Domenica In, si è raccontato a Mara Venier, ripercorrendo il suo passato e la celebre carriera, iniziata per caso e per necessità
Claudio Baglioni è stato ospitato, eccezionalmente, nella puntata odierna di Domenica In, da Mara Venier, accolto con grande fragore da parte del pubblico in studio. Tra i cantanti in assoluto più apprezzati in Italia, ha raccontato proprio la sua carriera, partendo dagli inizi. “Ho iniziato questo mestiere per caso e per necessità“, racconta sorridente, “fu un modo per mettermi all’attenzione degli altri, da ragazzetto di periferia che altrimenti sarebbe stato trasparente per tutti“.
“Mio padre”, racconta ancora Claudio Baglioni parlando del suo passato, “avrebbe forse voluto un altro indirizzo per me, era una grande appassionato di boxe, mentre mia madre era una donna di chiesa e c’è stato un momento in cui sarei potuto diventare pugile oppure un sacerdote, o anche un prete che menava. Mio padre mi portava a vedere gli incontri di boxe a 7/8 anni, e mi copriva le orecchie perché dicevano cose veramente indicibili. Poi mi regalarono una fisarmonica ed io ci andavo sempre ovunque. Giravo per le case a suonare e ci pagavano in natura, una patata, una arancia… Una volta”, ricorda Claudio Baglioni, “mi trovavano sul tavolino di un bar che cantavo ‘Una casetta in Canada’, mi avevano offerto un’aranciata. Mio padre mi raccontò che già dai 2 anni quando c’erano delle persone, io gli dicevo ‘annunciami che devo cantare'”.
Ricordando, invece, il primo concerto, Claudio Baglioni racconta che “avevo 16 anni. Lo feci con altri sei musicisti, sul balconcino di casa mia a Centocelle. Penavamo, come sarebbe accaduto per i Beatles, che si sarebbe fermata la città per noi… Ma non si fermò nessuno, nessuno ci guardò”. Ricorda che all’epoca era soprannominato “agonia” dal suo gruppo di amici, raccontando che “lavoravano già tutti, tranne io che studiavo. Ero l’unico acculturato ed ero un po’ pallido perché studiavo e vestivo sempre nero ed accollato, quindi diventai agonia”.
E parlando proprio del successo, Claudio Baglioni racconta che “ho fatto un po’ di gavetta, molti concorsi ai quali arrivavo quasi sempre ultimo, ed una volta penultimo. Ho provato a meritarmi quello che ho avuto, che penso sia anche un po’ di più di quello che avrei potuto ambire ad avere. Pensavo che il successo non sarebbe mai arrivato, o che se l’avesse fatto sarebbe durato pochissimo. In una lunga carriera”, riflette Claudio Baglioni, “e la mia è durata quasi 55 anni, ci sono dei momenti in cui quel successo sembra mancare e ci sono persone che scompaiono, mentre altri tornano a riemergere, ma a me a parte alcune cose andate un po’ meno bene, è stato tutto bello”.
Baglioni, i tre concerti con i Papi, la tv e Sanremo
“I grandi tour iniziarono negli anni ’80”, racconta Caludio Baglioni. “Ho avuto diverse occasioni” particolari nella sua carriera, “e le migliori sono state il cambio di secolo e millennio, in cui suonai in piazza San Pietro con 250/300mila persone, che penso fu l’unico concerto di musica non ortodossa fatto lì. Ad un certo punto si affacciò Papa Wojtyla che fece l’annuncio. Fu come fare una serenata al Papa. Poi ho suonato e cantato in una giornata mondiale della gioventù, alla presenza di Papa Ratzinger e poi Papa Francesco l’ho conosciuto a Lampedusa in un viaggio ufficioso, prima del papato, e poi aderii ad un suo invito per un concerto per una raccolta fondi, ed ebbi modo di dialogarci anche un po’”.
Passando poi alla sua esperienza in tv, Claudio Baglioni racconta che “io avevo dei pregiudizi terrificanti, ma era come andare in gita in corriera. Dietro alle quinte di ‘Anima Mia’ ogni tanto si presentavano dei cantanti che erano stati molto famosi, ma che erano anche molto cambiati e sembrava di stare in ambulatorio. Preparavamo tutte le canzoni, poi le dovevamo rifare con 5 toni sotto perché nessuno cantava più come prima”.
Chiudendo con Saremo, Claudio Baglioni ricorda che “sono stato direttore, dittatore e dirottatore. Non lo rifarei“, confessa, “perché secondo me va fatto massimo una volta o due. Una volta andai a prendere il premio per ‘La canzone del secolo’ e mi ero tagliato i capelli. Ebbi il bisogno di uscire un attimo dalla diretta, per andare in bagno, e non mi facevano più entrare perché non mi riconoscevano con i capelli corti”.
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(fonte ilsussidiario.net)
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