“Vision" e "Niagara Falls" sono apparse sul web. Ma la bassa qualità e la mancanza di un qualunque annuncio fanno pensare a un hackeraggio.
I fan dell'artista Travis Scott stanno aspettando con impazienza il nuovo album "Utopia", la cui uscita è prevista verso marzo 2021, in parallelo al lancio ufficiale sul mercato del nuovo brand “Cacti” che oltre alla bevanda alcolica firmata Travis Scott potrebbe anche comprendere capi di abbigliamento. Ormai si sa: Travis Scott non è solo un rapper, ma un logo commerciale vivente a tutti gli effetti. Chi lo segue, però, è preoccupato: nelle ultime ore due sue canzoni inedite, rispettivamente “Vision" e "Niagara Falls" che vede anche il feat di 21Savage (quest'ultima già girava su YouTube da alcune settimane) sono state diffuse improvvisamente sulle piattaforme di streaming senza alcun annuncio e la qualità della registrazione non è all'altezza delle aspettative.
Le canzoni sono poi state caricate direttamente sull’account ufficiale di Travis Scott, forse per evitare che gli introiti dei brani andassero ad altre persone, ma così facendo la loro diffusione è stata molto più rapida del previsto. Dall'artista ancora nessuna reazione ufficiale. Tutto questo rallenterà l'uscita di "Utopia"?.
Non è la prima volta che capita. Dopo Kanye West, nell'ottobre del 2019, diverse canzoni allora non ancora rilasciate di Travis Scott erano state caricate su Spotify. Meno di una settimana dopo dalla comparsa su Apple Music di alcuni brani hackerati dai device di La Flame, il sito Hiphopnmore aveva notato che alcune di quelle tracce e molte altre erano apparse su Spotify sotto il nome di un artista e un album chiamati Rage Universe. Si trattava di una raccolta di 15 canzoni, tra cui “All Year” e “Blame”, già leakate in passato dal gruppo di hacker MusicMafia. Anche altri pezzi erano già comparsi sul web, come la collab con Lil Uzi Vert “RaRa” che faceva parte di “Days Before Birds”. Negli ultimi tempi siamo ormai abituati a trovare intere raccolte di canzoni non ufficialmente rilasciate dagli artist i, i quali sicuramente non sono contenti di vedere il loro lavoro svenduto su tutte le piattaforme digitali, come già successo a Playboi Carti, Lil Uzi Vert e Kanye West.
(fonte rockol.it)
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