L'Uomo Che Inventò il Festival: Pippo Baudo e tutti i Suoi 13 Sanremo
- ViKingSo Music

- 21 ago
- Tempo di lettura: 6 min
La televisione italiana ha perso uno dei suoi più grandi e amati protagonisti. Se n'è andato di sabato sera Pippo Baudo, e non poteva che essere altrimenti per un uomo che ha dedicato la sua vita allo spettacolo e al piccolo schermo. Il conduttore catanese, che ha spento le sue 89 candeline, ha lasciato un'eredità artistica immensa. Dalle glorie di Settevoci a Canzonissima, da Domenica in a Fantastico, da Serata d'onore a Novecento, Pippo è stato il volto della televisione italiana per almeno mezzo secolo.

Ma è con il Festival di Sanremo che ha compiuto il suo capolavoro più grande, rinnovandolo a sua immagine e somiglianza e plasmando un evento che riflette i gusti e l'anima del nostro Paese.
Noi di ViKingSo Music vogliamo rendergli omaggio, ripercorrendo anno per anno i momenti più significativi delle sue tredici edizioni, un vero e proprio viaggio nella storia della musica e del costume italiani.
1968: Il Primo Sanremo di Baudo tra Lutto e Allegria
Ancora scossa dalla tragica scomparsa di Luigi Tenco l'anno precedente, la commissione selezionatrice del Festival si trovò ad affrontare una delicata situazione. Ritenne inopportuno far partecipare un brano come "Meraviglioso", che raccontava un mancato suicidio, preferendo una canzone più spensierata. A imporsi fu la musica d'autore, ben rappresentata da Sergio Endrigo e Roberto Carlos con "Canzone per te".
La vera star, però, fu il leggendario trombettista Louis Armstrong, in gara con "Mi va di cantare". Convinto di doversi esibire in una vera e propria jam session per l'alto cachet, rimase sul palco per diversi minuti, in uno spettacolo senza precedenti che fu interrotto da un giovane e scrupoloso Pippo Baudo, alla sua prima delle tredici conduzioni, che impose il rispetto del regolamento.
1984: La TV "Sociale" e la Vittoria di Al Bano e Romina
A distanza di sedici anni dal suo esordio, Pippo Baudo tornò per la seconda volta alla conduzione, incarnando alla perfezione il ritrovato spirito nazionalpopolare del Festival.
A lui va il merito di aver affrontato con grande sagacia una delle pagine più delicate: la marcia su Sanremo dei metalmeccanici dell’Italsider di Genova.
A sorpresa, il conduttore catanese diede la possibilità a una delegazione di operai di salire sul palco, per spiegare in diretta televisiva le ragioni della loro protesta.
Fu uno dei primi tentativi di sensibilizzazione dell'opinione pubblica in scena all'Ariston. Quell'edizione vide trionfare Al Bano e Romina con la celebre "Ci sarà" tra i Big ed Eros Ramazzotti tra le Nuove Proposte con l'indimenticabile "Terra promessa".
1985: Il Trionfo dei Ricchi e Poveri e la Crisi degli Emergenti
La trentacinquesima edizione del Festival seguì a grandi linee la scia del rinnovamento intrapreso dodici mesi prima. Furono confermati Pippo Baudo alla conduzione e Gianni Ravera in cabina di regia.
A dominare la scena furono i Ricchi e Poveri con "Se m'innamoro". Tra le matricole, invece, si affermò "Niente di più" di Cinzia Corrado, una cantante che, nonostante la vittoria, faticò a costruire una carriera solida, anche a causa di vicissitudini discografiche che non la riportarono in gara l'anno seguente, un'opportunità spesso determinante per l'affermazione di un artista emergente.
1987: Il Sanremo da Record e il Trionfo del Trio
Quella del 1987 fu l'edizione più seguita di sempre, con il maggior picco di share mai rilevato, grazie all'Auditel, il sistema entrato in vigore solo un paio di mesi prima. Alla conduzione tornò Pippo Baudo, mentre la direzione artistica fu ereditata dal figlio di Gianni Ravera, Marco, che ebbe il compito di dare continuità all'evento. A trionfare fu l'inedito trio composto da Gianni Morandi, Umberto Tozzi ed Enrico Ruggeri con la celeberrima "Si può dare di più", considerata da molti la risposta italiana a "We Are the World".
La vittoria fu segnata dalla commozione per la prematura scomparsa di Claudio Villa, annunciata da Baudo poco prima della proclamazione.
1992: L'Anno della Rivoluzione e di Cavallo Pazzo
Il 1992 segnò una parziale rivoluzione, con un deciso ritorno alla tradizione. Alla conduzione rifece capolino Pippo Baudo, che inaugurò la prima delle sue cinque edizioni consecutive, affiancato da un trio femminile di grande successo. Dopo tredici anni vennero ripristinate le eliminazioni per i Campioni, e debuttò ufficialmente il Dopofestival.
A vincere fu Luca Barbarossa con la toccante "Portami a ballare", una dedica d'amore alla propria madre. A furoreggiare tra le Nuove Proposte furono Aleandro Baldi e Francesca Alotta con la celeberrima "Non amarmi".
Un momento entrato nella storia del Festival fu l'incursione di Mario Appignani, meglio noto come Cavallo Pazzo, che gridò: "Questo Festival è truccato, lo vince Fausto Leali", prima di essere portato via dal palco.
1993: L'Inizio dell'Imprevedibilità e l'Esordio di Laura Pausini
Sanremo 1993 mise a tacere ogni critica, premiando motivi per nulla scontati e inaugurando l'era dell'imprevedibilità. Alla conduzione il confermatissimo Pippo Baudo, spalleggiato da Lorella Cuccarini.
A vincere fu Enrico Ruggeri con "Mistero", la prima canzone rock ad aggiudicarsi il titolo della rassegna. Tra i giovani, una sconosciuta Laura Pausini strappò consensi con "La solitudine", un manifesto generazionale che la portò alla conquista del mercato internazionale.
1994: Il Doppio Ruolo di Baudo e la Vittoria di Andrea Bocelli
La quarantaquattresima edizione segnò un momento storico: per la prima volta in trentasette anni, l'organizzazione tornò nelle mani della Rai. Pippo Baudo ricoprì per la prima volta il doppio ruolo di direttore artistico e presentatore.
Vinsero Aleandro Baldi con "Passerà" tra i big e un giovanissimo Andrea Bocelli tra le nuove leve con "Il mare calmo della sera".
1995: "Perché Sanremo è Sanremo" e il Suicidio Sventato
Lo spettacolo messo in scena nel 1995 vide debuttare Claudia Koll e Anna Falchi al fianco di Pippo Baudo, inaugurando la stagione della doppia valletta. L'edizione fu la seconda più vista di sempre dopo quella dell'87 e fu caratterizzata dall'introduzione della celebre sigla "Perché Sanremo è Sanremo".
Vinse Giorgia con l'indimenticabile "Come saprei", mentre tra le Nuove Proposte si affermarono i Neri per Caso con "Le ragazze", l'unico brano in concorso nella storia del Festival a essere stato eseguito completamente a cappella. Un altro momento iconico fu il celebre sventato suicidio di un certo Pino Pagano sulla balconata dell'Ariston, risolto da Baudo in diretta.
1996: L'Ultimo Sanremo del Primo Ciclo Baudo
Sanremo 1996 fu l'ultima delle cinque edizioni consecutive gestite da Pippo Baudo, coadiuvato da Sabrina Ferilli e Valeria Mazza. Ad aggiudicarsi le due medaglie d'oro furono Ron e Tosca nei big con "Vorrei incontrarti fra cent'anni" e Syria tra i giovani con "Non ci sto".
2002: L'Eclatante Ritorno Dopo le Torri Gemelle
L'edizione 2002 registrò un'eclatante inversione di marcia, con un cast all'insegna del "restauro" del passato. Alla conduzione e alla direzione artistica riapparve Pippo Baudo, che dichiarò: "La musica popolare è tale quando può essere cantata da tutti, quando racconta in maniera semplice gli umori di un intero Paese.".
Questa ventata di "baudismo" restituì al Festival un po' di stabilità e rassicurò il pubblico in un clima di incertezza dopo l'attentato alle Torri Gemelle. Vinsero i Matia Bazar con "Messaggio d'amore" e una giovanissima Anna Tatangelo con "Doppiamente fragili".
2003: La Guerra in Iraq e le Voci di Pace
Al timone della cinquantatreesima edizione fu confermato Pippo Baudo, che ripropose gli stessi ingredienti dell'anno precedente, ma cucinati in maniera differente. A vincere fu Alexia con "Per dire di no", mentre tra le Nuove Proposte primeggiò Dolcenera con "Siamo tutti là fuori".
Come nel 1991, il Festival dovette fare i conti con la realtà e con il clima surreale che lasciava presagire un'imminente guerra contro l'Iraq. Molti artisti manifestarono la loro contrarietà al conflitto, alcuni indossando i colori della bandiera della pace, altri aderendo al digiuno.
2007: Il Ritorno della Classicità e il Coraggio dei Contenuti
La cinquantasettesima edizione segnò l'ennesimo ritorno di Pippo Baudo, affiancato da Michelle Hunziker. La kermesse tornò a respirare a pieni polmoni un po' di sana classicità, con l'abolizione delle microcategorie e la ristabilita ripartizione tra Campioni e Nuove Proposte.
Si impose Simone Cristicchi con "Ti regalerò una rosa", mentre tra i cadetti si distinse Fabrizio Moro con "Pensa". Scelte temerarie per Baudo, che si confermò conservatore nella formula, ma coraggioso nei contenuti, riuscendo a far apprezzare canzoni di grande spessore.
2008: Il Tredicesimo e Ultimo Festival di un'Era
Il deus ex machina di Militello, al suo tredicesimo e ultimo mandato in Riviera, non riuscì a replicare il successo dell'anno precedente. L'edizione 2008 si rivelò meno convincente, complice anche il clima pre-elettorale.
Vinsero Giò Di Tonno e Lola Ponce con "Colpo di fulmine" tra i big e i Sonohra con "L'amore" tra i giovani. Si chiuse così un'era: l'era di Pippo Baudo. Un'epoca che ha plasmato il Festival e ha lasciato un'impronta indelebile nella storia dello spettacolo italiano.
Qual è l'edizione del Festival di Sanremo di Pippo Baudo che ricordate con più affetto? E quale momento, tra quelli che abbiamo ripercorso, vi ha emozionato di più?
PROMUOVI LA TUA MUSICA!
Scopri i nostri servizi pensati per offrirti la soluzione migliore per la tua carriera.
Compila il modulo qui sotto ed inviaci la tua produzione artistica.
Saremo lieti di valutarla e di farti entrare nella nostra scuderia.
Ascolta le nostre Playlist Umorali in collaborazione con Spotify!
Gustati il nostro assaggio:
Foto: web
Riproduzione riservata © 2025 - ViKingSo Music






Commenti